
giovedì 27 dicembre 2007
Paranoid Park

mercoledì 19 dicembre 2007
A volte ritornano...a suonare nelle mie orecchie
Mellon Collie and The Infinite Sadness è straordinario, una miscela di rock e melodia. Energica e a tratti struggente la voce di Billy Corgan che si sposa sia con le ballads che con le sonorità più acide. Ascoltato un'infinità di volte e comprato usato. Adore è quasi all'opposto ma non del tutto distante da Mellon Collie. E' un album romantico e decadente, ricco di brani bellissimi, non ha l'energia del precedente ma ha delle sonorità nuove ed interessanti, e poi c'è la straordinaria Ava Adore.
Due video su tutti: Ava Adore e Tonigth, Tonight. Due video bellissimi pieni di cinema. Nosferatu in Ava Adore e Georges Méliès in Tonight, Tonight.
TONIGTH, TONIGHT
venerdì 14 dicembre 2007
Meglio tardi che mai: "Fino all'ultimo respiro"

In questo film tutto è nuovo. E' il primo film della Nouvelle Vague. E' il primo film di Godard. Un nuovo modo di fare cinema. Un nuovo modo di fare cinema d'autore.
Il tocco della regia è leggero, è mobile. Il protagonista è ammiccante nei confronti dello spettatore. La storia è trattata come se fosse una commedia, ma in realtà la storia del protagonista è amara. Lo stile leggero mi ha ricordato, forse sarò blasfemo, i film di Jacques Tati.
I dialoghi del film sono un'altra cosa che mi ha colpito. Sembrano frasi buttate lì per caso ma alla fine sono dei veri concentrati di ottima scrittura. Il tutto anche grazie ai protagonisti, la bellissima Jean Seberg (Patrizia) e in particolare a Jean Paul Belmondo (Michel). Un attore che ogni volta che lo vedo recitare mi stupisce. Non appartengo alla sua generazione e quindi per me è sempre una scoperta. Lo trovo straordinario, riesce sempre a riempire lo schermo. Ogni suo gesto, ogni sua smorfia arricchisce la narrazione.
giovedì 13 dicembre 2007
Un volto nella folla: la donna con le spille
Tra le tante persone una in particolare mi ha colpito. Una donna sui 45 anni, non molto alta, capelli corti e acconciati in modo ordinato. Il colore dei capelli lasciava intravedere i capelli bianchi che ancora non dominavano sul nero. La donna non aveva trucco ma solo un leggero tocco di matita nera sotto agli occhi, probabilmente passato distrattamente prima di uscire. Aveva i denti pronunciati in avanti, e un mento piccolo. Quello che più mi ha colpito della donna è che aveva un giubbino nero corto con 4 spille appuntate sul davanti. Le spille erano di diverse dimensioni ma non molto piccole. Le spille rappresentavano tutte un albero di natale, ogni spilla lo raffigurava in modo diverso, un paio più colorate e una paio maggiormente stilizzate.
Non so perché mi ha colpito questo particolare. Non so cosa possa significare. Non capisco perché quella donna ha attirato la mia attenzione al punto di parlarne. Forse qualcosa nel suo sguardo. Non era triste, non era allegra. Era semplicemente viva e forse ben cosciente della sua condizione, qualsiasi essa fosse.
martedì 11 dicembre 2007
Orfano di Alias

mercoledì 5 dicembre 2007
Tra una birra e i Pink Floyd

giovedì 29 novembre 2007
Francis Bacon...Francesco Bacone

lunedì 26 novembre 2007
CTRL + ALT + CANC
Il muro è quello che separa Israele dalla Palestina.
Il messaggio direi che non ha bisogno di altre parole.

venerdì 23 novembre 2007
Esperanza Spalding
Esperanza è una contrabbassista e cantante Jazz nata nel 1984. Pizzica il suo basso in modo dolce e delicato ma deciso. T'incanta con la sua voce che gioca con lo strumento e con le armonie della sua musica. E' una promettente stella del Jazz.
Consiglio di visitare il suo spazio su My Space per ascoltare la sua musica. Navigando su YouTube ho trovato anche un suo video che inserisco in coda al post.
mercoledì 21 novembre 2007
Re-Vision...Shining

Questa ulteriore visione mi ha permesso ancora una volta di gustarmi i movimenti di macchina di Kubrick, le sue inquadrature ordinate e geometriche. Il labirinto della regia. Questo è quello che mi rimane più impresso di Shining: un film ordinato e geometrico che contiene il caos, la follia, l'irrazionale. Non penso ci fosse un modo migliore di rappresentare tutto questo se non attraverso la struttura del labirinto che è ricorrente in tutto il film.
lunedì 19 novembre 2007
Gotàn...Tango

Ho scoperto la loro musica quando ho cominciato a ballare il tango. Prima non mi ero mai avvicinato a loro, nonostante la loro fama e il loro successo vadano al di là delle milonghe. Solo ora dopo aver ascoltato tanta musica di tango percepisco la loro ricchezza. Vanno avanti ma non tradiscono, sperimentano e omaggiano. Nelle loro canzoni c'è la voce di Buenos Aires, c'è la radio argentina che suona, c'è la voce malinconica e dolente del Bandoneón. Nella loro musica c'è l'eco di Gardel, l'eco del tango più classico, più antico, l'eco di ogni tango. Il sapore della loro musica è però attuale, presente.
Sono diversi i gruppi musicali che suonano Tango elettronico, tutti affascinanti, ma solo i Gotàn Project a mio avviso riescono a creare un ponte tra tutti i tanghi possibili. Solo loro esprimono oggi il tango così come deve essere. Non riserva, ma laboratorio.
lunedì 12 novembre 2007
Fanny e Alexander...le urla nel silenzio

Mi succede molto spesso nella visione dei film che delle singole scene provocano in me una forte emozione e mi rimangono impresse nella mente. Scene che non necessariamente racchiudono il senso del film ma che hanno un impatto emotivo spiazzante. Anche in film complessi dove la trama narrativa va scandagliata fino in fondo per trarne il giusto senso, mi rimane sempre un'immagine in testa.
Nel caso di questo film è una scena legata alla morte di uno dei personaggi. Nella notte i due bambini protagonisti vengono svegliati dalle urla di una donna. Un piano straziante che risuona nella casa buia e silenziosa. I bambini si alzano e vedono tra le porte socchiuse di una camera la bara con il corpo del defunto e sempre dallo spiraglio della porta si scorge la madre che lentamente cammina su e giù lungo la stanza di fronte alla bara e piange, urla dal pianto. Sono spiazzanti e angoscianti queste urla. E' angosciante anche il contrasto tra il pianto disperato e la compostezza del corpo della donna che non si contorce dal dolore, ma si muove lentamente.
Il suono delle urla nel silenzio e nel buio costruiscono insieme alle inquadrature semi-illuminate una scena bellissima e dolorosa. Le urla mi hanno ricordato un altro bellissimo film di Bergman, Sussurri e grida. Anche lì c'erano urla di dolore che squarciavano il silenzio e il buio. Ancora ricordo quelle urla e quel film visto tanti anni fa.
martedì 6 novembre 2007
Enzo Biagi
"Dopo tre apparizioni in video, qualunque coglione che viene intervistato dice la sua e anche quella degli altri."
Enzo Biagi
sabato 3 novembre 2007
Dentro gli arcobaleni

In rainbows ha un compito difficile. Dico subito che secondo me non riesce sicuramente ad eguagliare i due album citati, ma riesce probabilmente nell'intento di superare per piacere nell'ascolto il precedente Hail to the Thief. L'album secondo me nasce nel segno della doppiezza, da diversi punti di vista, fin dal titolo al plurale. Coniuga la parte Pop del gruppo con le loro derive elettroniche. Ogni brano è composto da due parti diverse e a volte contrastanti tra loro, "suona" in modo diverso nella prima e nella seconda parte. Questo è quello che emerge dall'ascolto. Un album dove la voce di Thom Yorke è più piegata al suono, alla musica suonata dal gruppo, in un certo senso è un ritorno all'antico.
I numerosi ascolti dell'album fanno scoprire le canzoni. A differenza di Kid A la tracklist è più frammentata, meno concept album. Le canzoni sono godibili e si apprezzano le loro qualità ad ogni ascolto. Chiaramente non tutti i brani sono belli, ce n'è anche uno abbastanza brutto (Faust Arp), ma solo il tempo e gli ascolti potranno decretare la qualità di queste canzoni.
L'album non è un capolavoro, non è il migliore dei Radiohead, non sorprende come aveva fatto Kid A. E' un album godibile e alcuni canzoni sono belle ed emozionanti. Niente di travolgente ma sicuramente un bell'album che guadagna punti negli ascolti. Un album dove i Radiohead si riconoscono ma dove non si scopre nulla di nuovo.
mercoledì 31 ottobre 2007
A Love Supreme

Lui è stato la mia chiave per il Jazz. Prima c'è stato John Coltrane e poi è venuto tutto il resto: Davis, Monk, Coleman, Jarrett, il non ancora digerito Bill Evans e tanti altri. Per chi come me il jazz lo apprende dall'ascolto, il godimento non finisce mai, ogni ascolto è novità, è stupore. Non c'è mai ripetizione.
domenica 28 ottobre 2007
Il silezio, l'amore e...Kim Ki-duk

Ogni volta che ho finito di vedere un film di Kim Ki-duk sono sempre rimasto qualche minuto a pensare, a cercare di comprendere il perché. Non c'è molto da capire probabilmente in questi racconti non sempre accessibili. C'è il silenzio che ci deve accompagnare. Sono le immagini che parlano direttamente al cuore, allo stomaco, alla mente, ma è soprattutto qualcosa nel non detto che emoziona. L'assenza di parole in questi racconti di amori ci zittisce, non ci permette di giudicare. Sono storie che non vogliono essere giudicate.
"Per questo faccio film: tentare di comprendere l’incomprensibile"
Kim Ki-duk
mercoledì 24 ottobre 2007
Io smetto così

martedì 23 ottobre 2007
giovedì 18 ottobre 2007
28 settimane dopo: quando la suspense torna al cinema

Dopotutto ti aspetti la solita storia ma quello che stupisce fin dai primi minuti del film è la regia. Il regista è il semi-esordiente Juan Carlos Fresnadillo che sotto l'ala protettrice di Danny Boyle (che ha girato i primi straordinari minuti del film) riesce a costruire un film con molto ritmo e avvincente. Dopotutto ci si aspetta questo da un film, che sappia raccontare con le immagini, con i movimenti di macchina e la scelta delle inquadrature una storia ma soprattutto che sappia trasmettere emozioni. In questo caso tutto funziona bene, sopratutto la tensione della storia e la costruzione della suspense. Hitchcock ha fondato una carriera sulla suspense ma sembra che al cinema nessuno sappia più cosa sia. Soprattutto nell'horror si gioca quasi sempre sull'effetto sorpresa (molto più semplice da ottenere) mentre a mio parere la suspense è essenziale per spaventare, per comunicare ansia nello spettatore. Quando c'è suspense ci si aspetta sempre che debba accadere qualcosa, ma non si sa come, quando e perchè. Nel film in questione, poi, la Londra deserta aiuta molto in questa operazione.
Certo la storia di 28 settimane dopo non potrà mai vincere il premio dell'originalità e alcuni passaggi del racconto sono un po' "tirati per i capelli" ma il film è godibile e ben fatto. Purtroppo di questi tempi è merce rara vedere film di puro intrattenimento che siano ben fatti. Le sale sono piene di brutte storie raccontate male, con soluzioni banali e senza un minimo di mestiere. Io non sono un esperto nè un tecnico del cinema ma a mio avviso quando un film è ben costruito si vede, perché riesci a godertelo fino in fondo, dimenticandoti del resto, anche dei buchi nella storia. La maggior parte delle volte, soprattutto nel cinema di genere, le storie originali non sono necessarie ma è necessario saperle raccontare con le immagini.
lunedì 15 ottobre 2007
Kubrick raccontato al Palazzo delle esposizioni

Il racconto cronologico ti porta a scoprire tutti i suoi film e la storia della loro produzione. L'allestimento mira ad un'immersione nei mondi creati da Kubrick, attraverso musica, immagini, oggetti di scena e riproduzioni di ambientazioni dei film, come la stanza dove "muore" Hal 9000 in 2001 oppure la savana dell'alba dell'uomo sempre in 2001.
Ci sono fotografie di scena, foto promozionali, locandine, interviste ai protagonisti, oggetti di scena. Tutto diventa testimonianza. Ci sono le prove della sua estrema attenzione per i dettagli, dei suoi "maniacali" preparitivi per la produzione dei film. Tra questi c'è nella sezione dedicata a Napoleone (uno dei suoi progetti mai realizzati) lo schedario con tutti i dettagli sulla vita di Napoleone, con personaggi incontrati, fatti avvenuti. Un lavoro di ordinamento allucinante. Un lavoro meticoloso nonostante, come viene detto nel catalogo della mostra da sua moglie, Kubrick non era ordinato, viveva nel caos delle sue carte. Aveva un suo ordine.
La parte della mostra che ho preferito è stata la corrispondenza, gli appunti sulle sceneggiature, gli appunti sui possibili titoli per il Dottor Stranamore. Ho letto tutte le lettere, ed è fantastico leggere le parole dei protagonisti, il loro modo di esprimersi senza intermediazioni. Si può leggere la corrispondenza con Nabokov in occasione della stesura della sceneggiatura di Lolita. Ci sono le lettere di protesta contro Lolita delle associazioni cattoliche che consigliano a Kubrick di abbandonare il progetto del film perché contro la morale della società e poi, dopo l'uscita del film, lo attaccano ferocemente. Ho letto alcune delle lettere originali di spettatori sconvolti dalla visione di Arancia Meccanica: uno spettatore sconvolto perché c'era troppa violenza e poco sesso, mentre un altro affermava di non voler vedere più film perché era rimasto disgustato. Leggendo i documenti si scopre che Saul Bass ha scritto una lettera di complimenti a Kubrick per 2001 e che ha collaborato con delle idee per i titoli di testa di Shining. Si scopre che Audrey Hepburn ha rifiutato la parte di Giuseppina in Napoleone.
La mostra è anche un'occasione per illustrare tecnicamente il lavoro di Kubrick, come nella sezione dedicata a 2001 dove c'è una dimostrazione pratica di uno degli effetti speciali realizzati per il film: la proiezione frontale. Ci sono gli obiettivi usati per i suoi film, le sue macchine da presa. Ci sono i test sull'illuminazione di Barry Lyndon con gli appunti sulle foto dove sono indicati i diversi diaframmi e tempi di esposizione provati. C'è una proiezione interamente dedicata all'utilizzo della musica nei film di Kubrick.
Potrei scrivere per ore su questa mostra. Per chi lo ama è come un luna park, un parco a tema e non se ne vorrebbe mai uscire. Per chi non lo conosce o lo conosce poco, la curiosità viene decisamente stimolata.
giovedì 11 ottobre 2007
Exit Music (For A Film).
venerdì 5 ottobre 2007
Little Britain

mercoledì 3 ottobre 2007
Grindhouse: Tarantino vs Rodriguez

martedì 2 ottobre 2007
Radiohead: download in arrivo
giovedì 27 settembre 2007
Dead Air Space
mercoledì 26 settembre 2007
Il Cinema in TV
Quello di cui vorrei parlare però non è lo speciale in sè ma il tentativo di parlare di cinema in prima serata. Certo in questo caso si parla di un film che non può andare in onda prima delle 22.30, e di una serata evento (come molti amano definirla) che aveva bisogno di riempire un buco e tirare un po' sullo share. Ma secondo me il tutto può essere visto (con un po' di ottimismo) come un tentativo di approfondimento sul cinema.
Le domande che ho in testa sono: perché non si parla più di cinema in televisione, se non a fini promozionali? Perché non riescono a confezionare prime serate o vere seconde serate che approfondiscano il cinema?
Gli unici tentativi sono similari a quelli di ieri sera, che cercano di spiegare film controversi, cercano di preparare il pubblico e in un certo senso permettono alla rete di mettere le mani avanti. Guarda caso è successo anche con un altro film di Kubrick, Eyes Wide Shut, mandato in onda due volte con avvertenze, dibattiti e quant'altro. Questo forse conferma quanto la genialità di questo autore e il suo modo di trattare alcune tematiche siano poco digerite da tutti. Ma di sicuro dimostra come la televisione non sappia più parlare al pubblico, di come non sappia fare un reale approfondimento. In questo caso parlo di cinema ma basta fare un po' di zapping per vedere che è valido un po' per tutto.
martedì 25 settembre 2007
Quando il web 2.0 divora se stesso.
b) non ha più niente da scrivere
giovedì 20 settembre 2007
I Simpson al cinema

Perché pagare per vedere qualcosa che puoi vedere gratis in televisione?
Il dubbio di Homer all'inizio di The Simpsons Movie è lecito, anche se la visione del film spazza via ogni dubbio perché il film dei Simpson è Cinema.
La struttura narrativa ricalca la struttura degli episodi televisivi, con una storia chiaramente più lunga ma senza allungare il brodo. La storia è molto divertente, non è mai noiosa e ricca di sottotrame, ha un respiro molto cinematografico pur mantenendo un ritmo molto televisivo.
Per quello che riguarda l'animazione e i disegni, il tutto è fatto in grande stile per lo schermo cinematografico. I gialli dei personaggi sono ombreggiati (cosa mai accaduta in TV), gli sfondi sono più ricchi e con colori tenui ma con molte sfumature.
Nel film c’è un eccellente utilizzo dello spazio, la storia si svolge su tutto lo schermo, sfruttando le potenzialità delle dimensioni giganti. La regia del film, a differenza dell’episodio televisivo dà più spazio ai campi medi e lunghi, e alle scene di massa.
Il film come ogni singolo episodio televisivo è ricco di citazioni cinematografiche, di satira e critiche alla società americana, alla sua politica e ai suoi meccanismi. Ma questo dopotutto i Simpson lo fanno da sempre.
È un film per tutti. Per i fan della serie che ritrovano tutto quello che vedono anche in TV. Per gli spettatori dell’ultima ora che trovano una storia ricca di azione, ritmo e piena di battute esilaranti. Per i critici che trovano una commedia di satira.
martedì 18 settembre 2007
Kubrick apre il Palazzo delle Esposizioni
Il 6 ottobre riapre il Palazzo delle Esposizioni. Finalmente. Dopo la sua chiusura eravamo rimasti un po’ orfani, avevamo perso un punto fermo nella proposta di arte a Roma. Ad aumentare la gioia per la riapertura del Palazzo è anche una delle mostre scelte: “Stanley Kubrick”. Una mostra interamente dedicata al mio regista preferito, un autore che riesce a comunicare con le immagini in modo straordinario.
Il mio consiglio è quello di visitare la mostra per ritrovare finalmente il Palazzo delle Esposizioni e per scoprire o approfondire la conoscenza su Kubrick. Dalle premesse la mostra sembra essere molto interessante e permette per di vedere tra le altre cose anche il materiale preparatorio e tecnico proveniente dagli archivi dello Stanley Kubrick Estate, resi accessibili per la prima volta in quest’occasione.