domenica 7 marzo 2010

Alice in Wonderland oppure in Disneyland?


Non cerco mai di fare dei parallelismi tra libro e film, inutili e senza motivo. Quello che cerco in un film tratto da un libro è una traduzione cinematografica. Alice nel paese del meraviglie e Attraverso lo specchio sono due romanzi impossibili da tradurre cinematograficamente perché sono fondati sulla parola, sulla letteratura pura. Le pagine dei romanzi sono indimenticabili e ho avuto modo di sottolinearlo.
Alice in Wonderland di Tim Burton conferma che il libro non si può tradurre in film. Il cartoon Disney ci aveva provato e aveva realizzato un cartoon molto bello dal punto dell'animazione ma che restituiva poco il romanzo. Tim Burton ci ha provato sotto l'ala protettrice della Disney e dalla trama si capisce che non c'era possibilità di tradurre in film quel capolavoro di letteratura fantastica e di formazione. Si vede che non c'è la volontà di fare la trasposizione del romanzo ma una riscrittura della storia.
La storia ha degli spunti interessanti ma si sviluppa in modo convenzionale, con poca originalità. Una storia che purtroppo ci porta davanti agli occhi solo l'Alice di Disney e non quella di Carroll. Sono pochi i momenti del film nei quali emerge l'Alice di Carroll e voglio pensare che Tim Burton abbia voluto almeno farla intuire prima di soccombere all'armata Disney.
Alice in Wonderland o dovrei dire in Disneyland è costruito per il successo anche se penso che rimarrà nella storia del cinema più per l'attesa che ha generato che per il risultato ottenuto. Un'occasione mancata e una delusione, questo si può dire, che ci conferma che non sempre il cinema vince e la parola scritta può ancora essere qualcosa di più fantastico dell'immagine in movimento.