mercoledì 14 luglio 2010

Il profeta di Jacques Audiard

Non amo il cinema francese contemporaneo forse perche' lo conosco poco e male. E' un peccato perche' la storia del cinema francese e' ricca di bei film e soprattutto in passato era molto semplice vedere un film francese in tv e trovare dei piccoli gioielli.
Il profeta di Jacques Audiard e' diverso dal cinema francese in bianco e nero che conoscevo, e' un film contemporaneo che racconta la violenza, le logiche di potere e il crimine. Sembra che i francesi siano particolarmente bravi a parlare di queste tematiche e di criminalita', durante la visione infatti mi veniva in mente Jean-Claude Izzo e altre storie di criminalita' marsigliese.
La storia si puo' riassumere semplicemente dicendo che il Profeta (anzi Un profeta se si rispetta la traduzione letterale dal francese e il senso cambia) e' un classico romanzo di formazione, una formazione un po' sui generis, una formazione criminale. La storia si svolge in carcere e Malik che deve scontare una pena di 6 anni entra come un pivello del crimine ed esce boss. L'ultima scena e' bellissima nel raccontare questo epilogo.
Il regista immagino che ci voglia dire qualcosa sul sistema carcerario e sulla rieducazione. Sempre di educazione si parla in questo caso ma chi vive il carcere mostrato da Audiard non esce cambiato in meglio e di certo non si redime. Nel caso di Malik la sua ascesa al crimine non ha momenti di ripensamento, a lui sembra naturale intraprendere quella strada anche perche' solo cosi' riesce a sopravvivere in carcere.
E' una storia cruda che non lascia spazio ai sentimentalismi. Non lascia spazio a figure femminili che redimono, l'amore e' lontano. E' un film violento, con sangue e botte. E' un film maschile che ti intrappola per oltre 2 ore. E' un film assolutamente da vedere anche per la bellissima interpretazione del protagonista Tahar Rahim.
In Italia purtroppo sono rari i casi di vedere film come questi. Ho la sensazione che tutte le forze produttive vengano investite nella tv che comincia a sfornare anche qualche prodotto di qualita'. Non bisogna dimenticare pero' che il grande schermo e' un'altra cosa e che in passato eravano tra i maestri del cinema.