lunedì 21 marzo 2011

L'uomo nell'ombra di Roman Polanski

L'uomo nell'ombra di Roman Polanski e' la storia di un improvvisato ghostwriter che si trova immischiato in una storia di crimini di guerra che coinvolgono un politico inglese di rilievo. Come spesso accade in molti thriller di questo tipo ci troviamo di fronte ad un uomo (Ewan McGregor) che si trova inconsapevolmente alle prese con i misterioso affari di un losco figuro (Pierce Brosnan) e cerca di fare il possibile per fare luce sul mistero e sopratutto uscire vivo dalla pericolosa situazione.

La trama semplice e lineare puo' sembrare la base di un film banale ma Polanski e gli attori in gioco ne fanno un film fatto molto bene e godibile. Un film dove si respira un'aria del cinema d'altri tempi, un cinema piu' classico dove l'intreccio e la suspense la fanno da padroni, senza eccessi e troppo fronzoli.


Il racconto fa capire immediatamente che c'e' qualcosa di strano nell'aria ma non si riesce a capire da cosa dipenda questa sensazione. La narrazione crea da subito un senso di disagio che ricorda le atmosfere di altri thriller di Polansku. Questo disagio e' accentuato dai toni freddi della fotografia e dal clima dell'ambientazione, un isola ventosa e fredda.

Il confronto cinematografico va direttamente ad Hitchcock che si respira in questo thriller vecchio stile. Non solo nelle atmosfere ma anche nei personaggi, sopratutto in quello di Ewan McGregor, un uomo incastratato in una storia che non gli appartiene ma che deve vivere e non subire. Gli attori sono tutti in piena forma e credibili nelle loro parti. Il finale poi puo' far sicuramente discutere.

mercoledì 9 marzo 2011

Radiohead: The Kings Of Limbs


E quando meno te lo aspetti arriva l'ultimo lavoro dei Radiohead. Ormai non sembra piu' corretto parlare di CD e di album perche' la musica e anche i Radiohead di quest'ultimo decennio si sono liquefatti in tante tracce che viaggiano ormai attraverso diversi canali.

Come le tracce liquefatte del nuovo download digitale dei Radiohead anche la loro musica sembra piu' liquida, meno materiale. Gli strumenti e le chitarre si disintegrano e la musica si smaterializza.
Abbiamo lasciato i Radiohead di In Rainbows con un album di canzoni che riusciva a fare una summa dei loro lavori piu' elettronici e di quelli piu' pop-rock, un album a suo modo robusto che e' cresciuto con gli ascolti.

Ora in The Kings of Limbs i Radiohead ripartono probabilmente da Kid A e dal lavoro solista di Thom Yorke The Eraser cercando una nuova fusione di stile e prendendo sempre di piu' la via della musica elettronica, anche se la loro musica diventa sempre meno etichettabile e loro sembrano giocarci. In The Kings of Limbs la musica e la voce di Yorke diventano suono e l'ascolto che comincia ossessivamente e si attenua lentamente fino ad arrivare ad un finale piu' soft. Il ritmo dell'ascolto non e' per nulla monotono e tutte le tracce secondo me suonano bene.

Un nuovo passo dei Radiohead, probabilmente non un passo in avanti come Kid A lo era stato dopo Ok Computer ma di certo un bel passo laterale che ci porta verso altri territori, piu' contemporanei e piu' immateriali. Non e' di certo una scoperta dei Radiohead questo tipo di sonorita' ma loro riescono a rendere pop questo tipo di elettronica e non nel senso di qualita' commerciale ma di accessibilita' e di diffusione.

Non e' semplice capire se e' un album che lasciera' il segno, aspettiamo di ascoltare anche tutte le altre tracce annunciate nei vari box ed edizioni speciali. Per ora e' un album godibile ma che non si lascia afferrare del tutto. Rimangono impressioni in superficie. In Rainbows era un po' il contrario un album d'impatto orecchiabile del quale si apprezzava la profondita' solo dopo diversi ascolti e anche ascoltando il lato B del disco. Anche qui saranno le diverse abitudini d'ascolto che lo renderanno diverso, forse quando durante una riproduzione casuale il flusso dell'ascolto subira' un cambiamento incontrero' un nuovo capolavoro. La traccia migliore al momento e' Feral.