
In rainbows ha un compito difficile. Dico subito che secondo me non riesce sicuramente ad eguagliare i due album citati, ma riesce probabilmente nell'intento di superare per piacere nell'ascolto il precedente Hail to the Thief. L'album secondo me nasce nel segno della doppiezza, da diversi punti di vista, fin dal titolo al plurale. Coniuga la parte Pop del gruppo con le loro derive elettroniche. Ogni brano è composto da due parti diverse e a volte contrastanti tra loro, "suona" in modo diverso nella prima e nella seconda parte. Questo è quello che emerge dall'ascolto. Un album dove la voce di Thom Yorke è più piegata al suono, alla musica suonata dal gruppo, in un certo senso è un ritorno all'antico.
I numerosi ascolti dell'album fanno scoprire le canzoni. A differenza di Kid A la tracklist è più frammentata, meno concept album. Le canzoni sono godibili e si apprezzano le loro qualità ad ogni ascolto. Chiaramente non tutti i brani sono belli, ce n'è anche uno abbastanza brutto (Faust Arp), ma solo il tempo e gli ascolti potranno decretare la qualità di queste canzoni.
L'album non è un capolavoro, non è il migliore dei Radiohead, non sorprende come aveva fatto Kid A. E' un album godibile e alcuni canzoni sono belle ed emozionanti. Niente di travolgente ma sicuramente un bell'album che guadagna punti negli ascolti. Un album dove i Radiohead si riconoscono ma dove non si scopre nulla di nuovo.
1 commenti:
he già!
ma forse te lo aspettavi che nn era un capolavoro, altrimenti nn l'avresti pagato 2 sterline! ;)
la canzone che mi hai fatto ascoltare ieri era bellissima, non più bella di quella che mi hai fatto sentire nel lontano 26 giugno 1999, quella nn si supera!
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