The Good Shepherd

La storia però è troppo lunga e ricca di dettagli non sempre chiari. Il racconto non riesce a tenere unite le fila del discorso. La carne al fuoco e troppa e la sintesi è minima. Alcune soluzioni narrative risultano un po' banali. La messa in scena e la regia sono sobrie ma non riescono a colpire nel segno, alcune volte il tutto sembra già visto.
Cous Cous

Il film è ricco di lunghi dialoghi. Il ritmo è il tempo narrativo risentono di una messa in scena che non riesce a realizzare una sintesi. I dialoghi e i monologhi sono troppo lunghi e insistiti. In alcuni casi questa prolissità ha un senso all'interno della narrazione (come nel pranzo domenicale), in altri casi è un po' irritante.
Mentre vedevo il film pensavo a Ken Loach e al neorealismo. Una storia con poca musica e con facce che sembrano prese dalla strada. I temi sociali trattati in modo molto diretto e didascalico. Però onestamente non si centra l'obiettivo perché manca la freschezza e l'emozione del neorealismo e manca la struttura di Loach. Questo film si perde in una struttura troppo aperta ed eccessivamente libera. Una serie di quadri e di dialoghi che sono legati tra loro da una sceneggiatura debole.