La storia è raccontata in modo abbastanza convenzionale. E' il racconto parallelo del gangster che si fa strada nella criminalità di New York e del poliziotto la cui "eccessiva" onestà irrita anche i suoi stessi colleghi tutti corrotti. La narrazione parallela delle due vite è decisamente male assortita perché se la storia del gangster Denzel Washington è interessante, quella del poliziotto Russel Crowe è ricca di luoghi comuni, di banalità e di cose già viste. Il personsaggio del poliziotto è privo di appeal, privo di spessore, la sua storia è la parte più debole del film.
Non ci sono interessanti soluzioni di regia e messa in scena in questo film di Ridley Scott. Non ci sono guizzi. C'è una buona gestione ma niente di più. Manca la personalità in questo film e non posso fare a meno di pensare a Scorsese e a Spike Lee. Mi aspettavo qualcosa di più da Ridley Scott devo dirlo onestamente, ma comincio a pensare che ormai la qualità di questo regista si limita a quei pochi risultati felici della sua carriera e non regala più molto di nuovo allo spettatore.
2 commenti:
l'hai praticamente stroncato!! :O
hehe... il ragazzo ha il palato raffinato... che ci vuoi fare! :D
baci
p.s. ma della mostra di ieri non parli?? vabè, ne parlo io stasera va!!!! ;)
A me la storia ha emozionato e non l'ho trovata convenzionale, ho apprezzato sia la scelta delle inquadrature claustrofobiche che la personalità dei personaggi con i quali sono riuscita ad immedesimarmi, più con Denzel Washington, perchè nonostante fosse un malavitoso aveva dei principi ( discutibili naturalmente). Il personaggio di Rassel Crowe inoltre non l'ho trovato banale perché nonostante la sua ricerca di onestà con la moglie è stato disonesto e quindi anche la sua personalità aveva degli aspetti contrastanti ed interessanti. Insomma a me il film è piaciuto è scorso via velocemente ma mi ha lasciato degli spunti di riflessione.
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