
Sono pochi quei film che ad ogni visione sono sempre perfetti. Pellicole che non perdono il loro smalto. Il silenzio degli innocenti è uno di questi. Ho perso il conto delle visioni che ho fatto di questo film e ogni volta riesco ad immergermi completamente nel fluire della storia.
E' un film perfetto quello di Jonathan Demme. Non c'è inquadratura, non c'è movimento di macchina, non c'è taglio di montaggio che sia fuori luogo. Ogni dettaglio della narrazione e della messa in scena fa sì che ogni visione sia come la prima. Quando un prodotto cinematografico riesce a creare la suspense, la tensione nello stesso punto ad ogni visione, è un prodotto cinematografico eterno, anche perché fonda un genere.
La storia si conosce a memoria ma è come se ogni volta il regista ti permettesse di dimenticare quello che si è provato nel vederla. La storia è nota ma le emozioni sono sempre nuove. La tensione della corsa iniziale di Clarice si trascina in tutto il film. E' come se lo spettatore affannasse alla ricerca della soluzione finale, ogni volta. Ogni volta stupiscono quei movimenti di macchina che ricreano i ricordi di Clarice. Quello storico montaggio alternato che crea la suspense durante la scoperta del covo del serial killer. Quelle inquadrature che rendono poetico un cannibale come Hannibal Lecter. E' questo Il silenzio degli innocenti, un sinfonia. Morbidi movimenti che ti avvolgono. Due interpreti straordinari si prestano a regalare al cinema una delle visioni più claustrofobiche e sensuali dell'orrore dell'omicidio.