
Tutta la vita davanti di Paolo Virzí é un bel film, dolce a amaro come amano dire i critici. Ti strappa la lacrima e la risata. Il film é un racconto iperbolico che volutamente accentua i caratteri grotteschi di questa societá e delle persone che la compongono. Il tono é sopra le righe anche se a pensarci bene é l'Italia ad essere sopra le righe in questo particolare periodo. Non é un film sociale o di denuncia, ma con il tono della commedia nera e amare il film riesce a raccontare il presente, colpisce nel segno. A molti non piacerá perché apparentemente troppo poco impegnato o perché non perdona nessuno, anzi difende e racconta anche chi di solito non viene mai considerato dal cinema italiano.
Nel film i personaggi sono veramente riusciti, tutti bravi gli attori a disegnare un contesto sociale grottesco, surreale e alla deriva. Su tutti c'é Sabrina Ferilli che quando lavora con Virzí mi convince, giá in Ferie d'agosto era stata molto brava e qui il personaggio sembra che faccia per lei. Si riesce a vedere sempre il personaggio in tutto il film e mai l'attrice che le sta dietro. La protagonista Isabella Ragonese poi é molto brava a disegnare il ritratto di una generazione persa e spaesata. La mia generazione.
Questo aspetto generazionale devo ammettere che ha favorito il mio giudizio positivo sul film e il mio coinvolgimento emotivo. Ci sto dentro a questo film. Ci sono dentro i miei amici, i miei conoscenti, i miei ex compagni di universitá. Ci sono dentro le persone che incontri tutti i giorni, quelle con cui fai i colloqui, quelle con cui lavori e hai lavorato. Per chi vive in prima persona questa situazione, il film puó risultare molto doloroso.

Questo aspetto generazionale devo ammettere che ha favorito il mio giudizio positivo sul film e il mio coinvolgimento emotivo. Ci sto dentro a questo film. Ci sono dentro i miei amici, i miei conoscenti, i miei ex compagni di universitá. Ci sono dentro le persone che incontri tutti i giorni, quelle con cui fai i colloqui, quelle con cui lavori e hai lavorato. Per chi vive in prima persona questa situazione, il film puó risultare molto doloroso.