mercoledì 18 aprile 2012

Diaz di Daniele Vicari


Diaz e' un film doloroso e necessario, due affermazioni che ho letto da più parti e che mi sento di condividere in pieno. Un film difficile da valutare con distacco, ecco perché prima di scriverne ho fatto passare alcuni giorni.
La storia della Diaz e' tristemente famosa ma il film di Daniele Vicari riesce ad amplificarla e a renderla un messaggio potente e violento. Non lo fa con un film di accusa, un documentario o un film di denuncia nel senso classico del termine. Daniele Vicari con il suo Diaz ci regala una testimonianza basata sugli atti processuali. Una testimonianza visivamente notevole, con inserti di repertorio che si amalgamo alla perfezione nel tessuto del racconto.
Dal punto di vista dei contenuti e' apprezzabile il fatto che il regista/autore cerchi una visione esterna, senza polemiche, tesi precostituite e giudizi sommari. Mi ha ricordato un po' l'atteggiamento che aveva avuto Gomorra nei confronti della sua storia. Anche se in quel caso il punto di partenza era un libro testimonianza, la sensazione e' la stessa di Diaz.
L'altro elemento notevole di questo film e' la sua scelta di realizzare un racconto puramente cinematografico che non si perde dietro a inutili didascalie. La scelta narrativa del puzzle e' una scelta già vista ad esempio in alcuni film di Quentin Tarantino o nel capostipite Rapina a mano armata di Stanley Kubrick. Una serie di storie, di personaggi e di punti di vista che si stringono intorno al cuore della vicenda. Un'ottima operazione di montaggio e costruzione narrativa rende il tutto fluido e comprensibile, nonché potente ed emozionante. 
Anche le scelte di regia sono orientate tutte verso un cinema puro, quasi di genere. I film di guerra ma soprattutto il genere horror creano lo stile narrativo di alcune sequenze. Le scene di Bolzaneto sono horror puro non solo per il contenuto.
Un film notevole insomma che ha generato e generera' molte critiche perché non ha scelto di raccontare tutto ma che ha avuto il coraggio di fare delle scelte con una materia così scottante. Una materia scottante che ti fa crescere la rabbia dentro e ti fa uscire dal cinema con gli occhi lucidi e lo stomaco sottosopra.

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