mercoledì 28 dicembre 2011

The Artist di Michel Hazanavicius


Devo ammettere che sono andato al cinema a vedere The Artist con una tutta una serie di pregiudizi e dubbi. Non ero convinto, e non lo sono ancora, dell'idea di fare un film muto al giorno d'oggi. Non sono un fautore della tecnologia a tutti i costi ma il cinema è tecnica e in quanto tale è giusto fare avanguardia utilizzando tale tecnica e non sottraendone.
Fatta questa premessa devo ammettere che The Artist è un bel film che riesce a riproporre l'estetica del cinema muto, i suoi attori e le sue colonne sonore centrando in pieno il suo obiettivo. La storia narra delle alterne fortune di due divi hollywoodiani che hanno la loro fortuna e la loro sfortuna con l'avvento del sonoro. Non c'è che dire un periodo magico e anche molto doloroso per tutti gli attori che non ce l'hanno fatta a superare l'ostacolo della parola. Sono diversi i momenti del film in cui la parola e la sua assenza sono al centro di incubi, gag e momenti drammatici.
Il film di Hazanavicius riesce a intrattenere lo spettatore senza annoiare. C'è da dire che il regista è riuscito a fare un film per il pubblico e non per l'elite cinefila. The Artist è un film godibile e furbo, una storia d'amore e cinema che seduce anche il pubblico contemporaneo. Anche io ne sono stato catturato e, come ogni volta che vedo un film muto, alla fine dimentico che il sonoro e i dialoghi sono assenti. Chissà se alla notte degli Oscar non ci siano sorprese quest'anno, tutto sembra andare in quella direzione.
Un ultimo dubbio. Se si doveva fare un film muto al giorno d'oggi perché si è scelto di riprodurre fedelmente l'estetica e le dinamiche dei film del passato? Non sarebbe stato bello sperimentare in qualche modo l'assenza del sonoro?

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