martedì 8 novembre 2011

This must be the place di Paolo Sorrentino


Un film deludente quello di Sorrentino. Sarà che le aspettative erano alte e forse quando se ne hanno troppe si rimane puntualmente delusi. Non riesco a concretizzare con precisione tutti i miei dubbi sul film ma parafrasando una citazione del film, qualcosa mi ha disturbato e non capisco cosa.
Paolo Sorrentino è un regista che sa usare la macchina da presa e ne è consapevole. In tutti i suoi film i movimenti di camera fanno danzare le scene e le immagini. In quest'ultimo film però tutto appare gratuito, come un puro esercizio di stile. Rimangono una serie di belle immagini, di belle sequenze ma la sostanza è a mio avviso veramente scarsa.
La storia raccontata poi non è un granché. Poteva essere più interessante con scelte di altro tipo ma inserire, a mio avviso in modo ruffiano, l'olocausto come filo conduttore non da forza al film ma al contrario lo indebolisce. Qual'è il vero senso del film? La ricerca di se stesso da parte del protagonista, non sembra perché alla fine a parte togliersi il trucco non succede molto di più. Il protagonista si libera dei suoi problemi irrisolti che si trascina in tutto il film? Probabile. Ma in fondo la sceneggiatura mi sembra una serie di quadri messi lì, uno di seguito all'altro con personaggi che appaiono e scompaiono senza lasciare una traccia reale. Una serie di belle storielle. Sui buchi di sceneggiatura rimando al post di Smeerch. I dialoghi sono in alcuni momenti divertenti, soprattutto grazie a Sean Penn, ma il film è troppo pieno di citazioni che sono la gioia di Twitter. Chissà se le battute/citazioni rientrano tutte nei 140 caratteri.
I bei quadri ovviamente non mancano come quando canta David Byrne. Bella scena, belle idee ma per un videoclip non per la scena di un film anche perché il tutto è slegato dal resto. Mi sono piaciuti dei momenti  surreali, anche questi slegati dal flusso narrativo: il passaggio all'indiano, Batman che cammina solitario nella notte, il mega gonfiabile a forma di birra e la macchina che va in autocombustione.
Nel complesso il film pur se visivamente molto bello non mi ha convinto. Mi è mancato il Sorrentino che ho apprezzato in altri film, la sua estetica unita ad una storia originale. Nel film non c'è il dramma de L'uomo in più, il gusto fuori dall'ordinario dell'Amico di famiglia, il mistero elettrico de Le Conseguenze dell'Amore e il morboso e anonimo potere de Il Divo. Se questo è il Sorrentino internazionale spero ritorni presto in patria.

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