lunedì 15 febbraio 2010

Il nastro bianco e il cinema parallelo

Sono entrato in un mondo parallelo per vedere l'ultimo film di Haneke. Il cinema Azzurro Scipioni di Roma, cinema d'essai colpevolmente mai frequentato. Entri nella sala e la magia ha inizio tra locandine, proiettori d'annata, un pianoforte ai piedi dello schermo, un mobile bar e dipinti ad olio. La proiezione comincia solo per me e la magia prosegue.



Il nastro bianco di Michael Haneke e' un film bello ma non per tutti, un film duro che con il suo bianco e nero desatura colori e sentimenti. Un paio di scene che mi hanno colpito, protagonisti sempre i bambini, reali protagonisti del film. Non mi perdo nel racconto della storia che sembra essere un giallo ma in realta' e' una riflessione sulla violenza e sull'autorita' paterna e patriarcale, un film sulla discriminazione. Il tema della violenza e delle relazioni sociali e' un tema caro ad Haneke che in diversi modi ha cercato di raccontarlo (Funny Games, Il tempo dei lupi, Niente da nascondere). In questo film la violenza e' sussurata ma risuona come un eco nel silenzio.